Una versione rivista e ampliata, impreziosita dalla illustrazioni di Alessandro Sanna
«Ho scritto "Il ragazzo selvatico" di getto, senza stare a ragionarci. È un diario, autobiografico: racconta la mia crisi dei trant'anni. Mi ero rifugiato in una baita di montagna per fare i conti con il passato e ritrovare l'ispirazione per la scrittura, che avevo perso. Quelle pagine aspettavano un ritocco: ho aggiunto dei capitoli, modificato delle parti, lavorato di cesello. Ne è uscito un libro più completo e corposo» Paolo Cognetti, Il Corriere della Sera
Trentanni, un inverno difficile e la sensazione di non andare da nessuna parte: Mi sentivo senza forze, sperduto e sfiduciato. Soprattutto non scrivevo, che per me è come non dormire o non mangiare. Nasce da qui la decisione di lasciare Milano per trasferirsi in una baita di montagna a duemila metri, nella speranza di fare i conti con il passato e ricominciare a scrivere. Da una delle migliori voci della narrativa italiana, la storia di una lotta a mani nude contro il dolore per ritrovare se stessi.